Con il contributo in situ la Confederazione promuove la conservazione della diversità genetica delle piante foraggere sul posto – in situ – su una superficie di 2’750 ettari distribuiti in tutta la Svizzera.
Conservazione in situ di piante foraggere
In virtù dell’articolo 147a della legge sull’agricoltura è possibile sostenere mediante contributi le superfici destinate alla conservazione in situ di specie di piante selvatiche autoctone adeguate alle condizioni locali e garantire l’accesso alla diversità genetica alle generazioni future.
La biodiversità consiste nella diversità degli habitat, delle specie e dei geni, così come nella loro interazione detta la biodiversità funzionale. Per due prodotti principali dell'agricoltura svizzera, il latte e il formaggio, il foraggio grezzo è la materia prima più importante per la produzione ed è per questo che le piante foraggere hanno una valenza enorme. La loro importanza emerge chiaramente nel programma pubblico di selezione di piante foraggere, nel cui ambito attualmente si sta lavorando alla selezione di quattro specie di trifoglio e nove specie erbacee. La selezione di nuove varietà si basa sulla varietà di specie presenti in natura e autoctone, pertanto è fondamentale garantire anche in futuro l’accesso a tale diversità genetica.
Questo bene prezioso per la società non può però essere venduto sul mercato. Ne consegue un pericolo per la diversità genetica delle piante foraggere, in particolare a causa di modifiche nella gestione come, ad esempio, un utilizzo più intensivo o più estensivo, cambiamenti nella concimazione oppure l’utilizzo di varietà selezionate (sementi certificate).
Delle popolazioni semi-selvatiche che si trovano nelle superfici in situ, dette ecotipi, si deve conservare una parte rappresentativa della diversità genetica. Queste popolazioni si adattano costantemente alle mutevoli condizioni ambientali.
Con le attuali misure di promozione della biodiversità dell’ordinanza sui pagamenti diretti (OPD), la diversità genetica non viene promossa in misura sufficiente ai sensi dell’ORFGAA. Attraverso le superfici in situ si creano i presupposti per la promozione mirata della diversità genetica delle piante foraggere sui terreni agricoli coltivati a scopo foraggero.
Per conservare la varietà genetica delle piante foraggere locali, su determinate superfici permanentemente inerbite si pratica la conservazione in situ ai sensi dell’articolo 2 lettera f ORFGAA (RS 916.181). Nella conservazione i gestori di aziende agricole rivestono un ruolo fondamentale e duraturo. Mediante la gestione adeguata alle condizioni delle superfici si può sviluppare la diversità esistente.
Tramite questa misura si perseguono i seguenti obiettivi in termini di biodiversità:
a. Garanzia della diversità genetica:
preservare la diversità genetica naturale delle piante foraggere sulle superfici permanentemente inerbite;
b. Uso sostenibile:
utilizzare le caratteristiche genetiche delle piante foraggere nelle forme esistenti;
c. Adeguamento costante:
garantire il costante adeguamento delle piante foraggere alle mutevoli condizioni naturali.
L’attuazione del contributo in situ è iniziata nel 2018 e nel 2019 il Cantone pilota Grigioni l’ha versato per la prima volta. Un anno dopo si è aggiunto, come secondo Cantone pilota, Lucerna. L’attuazione a livello nazionale è iniziata nel 2021. Il primo versamento del contributo su tutto il territorio svizzero è avvenuto nel 2022.
Fino a 2'750 ettari di superfici in situ possono ricevere un contributo annuo in situ di 450 franchi per ettaro. Le superfici sono ripartite su tutto il territorio nazionale in base alle regioni biogeografiche.
Laddove sussistano lacune rilevanti nella conservazione, a fine anno l’UFAG indice un bando per l’anno successivo. Questo può essere limitato a singole fitocenosi o aree. Gli agricoltori interessati ricevono maggiori informazioni sul bando presso la sezione dell’agricoltura del loro Cantone.
In tutti i Cantoni sussistono lacune per le fitocenosi o per le zone agricole che vorremmo colmare. I gestori interessati possono notificare al Cantone superfici in situ potenzialmente pregiate. Con un rilievo della vegetazione si ricavano importanti parametri. Le superfici sono esaminate dal Cantone e comunicate all’UFAG per il riconoscimento. Dal 2024 si cercano e promuovono anche superfici con la fitocenosi «Prato di festuca rossa – agrostide».
Nel 2021 e nel 2022 la Confederazione ha indetto un bando per la notifica di potenziali superfici in situ ai fini di un riconoscimento sulla base degli importanti parametri registrati nel quadro del rilievo della vegetazione.
Una superficie in situ deve adempiere i seguenti requisiti:
- superficie permanentemente inerbita
- superfici con i codici 613, 616, 625
- no terreni edificabili
- no superfici per la promozione della biodiversità (SPB)
- superficie con fitocenosi rilevanti
- popolamento chiuso, stabile senza sovrasemina o risemina con sementi selezionate da almeno 8 anni
- per azienda sono riconosciuti al massimo 2 ettari
- dimensioni di almeno 0.2 ettari nelle regioni biogeografiche Regione del Lemano, Regione dell’Alto Reno, Alpi meridionali, Ticino meridionale
- dimensioni di almeno 0.5 ettari nelle altre regioni biogeografiche.
- Prato ad avena altissima
- Prato di panace - erba mazzolina
- Prato di loglio italico
- Prato di trifoglio bianco - coda di volpe
- Pascolo da sfalcio di loietto inglese - fienarola dei prati
- Prato di festuca rossa - agrostide
- Avena bionda
- Pascolo grasso di covetta
- Pascolo grasso di leontodi
Regioni biogeografiche
Nel grafico sottostante sono indicate le superfici in situ già riconosciute:
Informazioni complementari
Ultima modifica 19.03.2024