Protezione sostenibile dei vegetali

Brennesseln befallen mit Popillia japonica (Japankäfer)

Stando a diversi studi, senza alcuna difesa le perdite di raccolto provocate dagli organismi nocivi ammontano mediamente al 30-40 per cento della potenziale resa; per alcune colture sono inferiori a tale percentuale, mentre per altre possono raggiungere quasi il 100 per cento. Attualmente i prodotti non trasformati come, ad esempio, la frutta e la verdura, devono adempiere criteri qualitativi molto elevati per essere conformi alle esigenze del mercato. Già difetti di minima entità come, ad esempio, la presenza di macchioline o di piccole lacerazioni nella buccia, possono determinare il declassamento del raccolto, arrecando un'elevata perdita finanziaria all'agricoltore.

I produttori sono tenuti ad applicare un determinato numero di misure di difesa per assicurare una protezione sufficiente delle loro colture in diverse situazioni. L’assenza di possibilità di trattamento può comportare la riduzione del potenziale di produzione di derrate alimentari e l’abbandono di determinate colture poco redditizie. In numerosi casi un calo della produzione indigena si traduce in un incremento delle importazioni.

Esistono diversi mezzi per proteggere le piante coltivate. Di base si distingue tra misure di difesa fitosanitaria preventive, come, ad esempio, una rotazione equilibrata delle colture o la scelta di varietà resistenti, e misure di lotta dirette. Queste ultime sono suddivise in metodi di lotta biologici, fisici e chimici. I PF forniscono un notevole contributo alla garanzia delle rese e alla qualità dei raccolti.

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Ultima modifica 14.01.2022

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