Dalle prime applicazioni, negli anni '40, dei moderni prodotti fitosanitari sono stati sviluppati innumerevoli principi attivi e relative varianti. Alcuni non hanno avuto gli effetti sperati e altri hanno addirittura provocato danni indesiderati all'ambiente, agli animali, alle piante o all'uomo. Per evitare tali effetti collaterali, oggi vige una procedura di omologazione molto accurata per i prodotti fitosanitari. Per ogni nuovo principio attivo, nuovo prodotto o anche in caso di variazione delle componenti di un prodotto già esistente vengono appurati con massima perizia gli effetti collaterali e la sicurezza. Soltanto quando è sicuro che il PF, se impiegato secondo le prescrizioni d'uso, non provoca alcun effetto collaterale su uomo, animali e ambiente, si procede all'omologazione e all'autorizzazione per la messa in commercio. Infatti senza omologazione il PF non può essere commercializzato.
La vigente ordinanza sui prodotti fitosanitari è la base legale per l'omologazione di PF. È costantemente armonizzata con la normativa UE così da poter garantire un livello di protezione elevato e uniforme sul piano europeo.

Un'azienda, che vuole omologare un nuovo PF, fa domanda all'UFAG, che controlla se la documentazione inoltrata è completa e corredata di tutti gli studi necessari. A seconda dei casi la documentazione può essere molto voluminosa e può servire una ventina di classificatori per contenerla tutta. Se il fascicolo è completo, l'UFAG lo trasmette al competente ente di valutazione.
Dopo aver effettato la loro valutazione gli enti trasmettono il loro parere all'UFAG che è l'ente di omologazione dei PF. Su questa base l'UFAG decide se gli elevati requisiti per l'omologazione sono adempiuti. Se il PF è autorizzato, possono essere stabiliti ulteriori oneri o prescrizioni d'uso speciali. In tal modo si garantisce che l'applicazione corretta del PF non causi effetti collaterali inaccettabili per l'uomo, gli animali e l'ambiente.
Agroscope (Stazione di ricerca agronomica) è responsabile della valutazione del PF dal profilo di: efficacia, fitotossicità, ecotossicità, residui e comportamento nell'ambiente nonché chimica del prodotto.
Analizza se il PF è in grado di esercitare l'effetto previsto sugli organismi nocivi o sulle malerbe senza pregiudicare le piante utili appurando che non abbia neanche effetti nocivi sull'ambiente, ovvero sui cosiddetti organismi non bersaglio, quali api, lombrichi, uccelli, eccetera. È importante, inoltre, verificare la persistenza nell'ambiente fino alla completa degradazione del PF utilizzato e se questo può giungere nelle acque superficiali in fase di trattamento e nuocere agli organismi acquatici. Non viene tralasciato neanche il rischio di inquinamento delle acque sotterranee. Agroscope valuta anche la portata dei possibili residui di PF nel raccolto e la composizione del prodotto e le sue proprietà chimiche dal profilo della solubilità, della conservabilità, ecc.
L'USAV (Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria) è responsabile della protezione dei consumatori. Valuta se i residui di PF eventualmente presenti nel raccolto rappresentano un pericolo per la salute dei consumatori e fissa le concentrazioni massime di residui consentite negli alimenti. Inoltre, verifica se l'impiego di PF può arrecare eventuali danni agli abitanti (che vivono in prossimità delle superfici agricole) e alle persone che si trovano casualmente nelle vicinanze di particelle durante o
immediatamente dopo un trattamento fitosanitario (p.es. escursionisti, sportivi).
La SECO (Segreteria di Stato dell'economia) è responsabile della protezione degli utilizzatori, ovvero di quelle persone che sono direttamente coinvolte nell'applicazione di PF. Si tratta degli agricoltori che li applicano ma anche di coloro che lavorano nei campi trattati (p.es. personale che effettua il raccolto). Se usati in modo corretto i PF non devono comportare rischi inaccettabili per la salute. La SECO stabilisce anche i dispositivi di protezione individuale (DPI) che vanno indossati durante l'applicazione (p.es. tuta, guanti, occhiali, ecc.).
L'UFAM (Ufficio federale dell'ambiente) è responsabile della caratterizzazione e della classificazione in base alla pericolosità ambientale del PF. Inoltre partecipa al processo decisionale per l’approvazione di nuovi principi attivi.
Ultima modifica 07.09.2017