L’azoto nell’agricoltura
In agricoltura l'azoto è presente sotto molteplici forme: come proteina è di importanza vitale nell'alimentazione dell'uomo e degli animali; nei concimi, in cui spesso è contenuto, è essenziale per la crescita delle piante. L'azoto tanto utile nell'agricoltura può però essere nocivo se giunge nell'ambiente sotto forma di ammoniaca, protossido di azoto o nitrati.

Importante sostanza nutritiva per persone e animali
L’azoto è presente ovunque: nell’atmosfera, nel suolo, nelle acque e negli esseri viventi. Nelle sue forme idrosolubili determina quali rese vegetali possono essere ottenute. Le piante assorbono l’azoto, lo trasformano in proteine e, insieme al carbonio, in biomassa. Gli animali da reddito trasformano le proteine vegetali in proteine animali: per esempio, i ruminanti sono in grado di digerire vegetali non assimilabili per le persone. Le proteine vegetali e animali hanno una notevole valenza nell’alimentazione umana: l’azoto finisce nel nostro piatto attraverso le proteine contenute in carne, uova, latticini, cereali e verdura.
Perdite di azoto nell’ambiente
Mediamente negli ultimi anni circa due terzi dell’azoto impiegato nell’agricoltura sono stati dispersi nell’ambiente. Le perdite di azoto si verificano in varie fasi della produzione e, principalmente, sotto le seguenti forme dannose per l’ambiente.
- Ammoniaca (NH3)
Questo composto volatile dell'azoto viene prodotto dalla decomposizione delle proteine o dell'urea delle escrezioni degli animali da reddito. Una quantità eccessiva di ammoniaca rilasciata nell'ambiente altera gli ecosistemi sensibili come le paludi e le foreste. - Nitrati (NO3)
I nitrati non assorbiti dalle piante vengono dilavati dalle piogge nelle acque sotterranee. Quantità eccessive di nitrati inquinano l’acqua potabile e, pertanto, può danneggiare la nostra salute. Inoltre, attraverso i corsi d’acqua può finire nei mari inquinandone gli ecosistemi. - Protossido di azoto (N2O)
Il protossido di azoto, un gas serra molto dannoso per il clima, deriva principalmente dall’attività microbica dei composti azotati nello strato superiore del terreno.
L’atmosfera è composta per circa il 78 per cento da azoto non reattivo (N₂) che, tuttavia, non è direttamente utilizzabile dalle piante, dagli animali e dall’uomo. Affinché l’azoto atmosferico sia disponibile per le piante, l’agricoltura sfrutta da un lato un processo industriale chimico per sintetizzare l’ammoniaca (processo Haber-Bosch) e dall’altro il processo della fissazione biologica dell’azoto.
Attualmente la soglia di sopportabilità degli ecosistemi nei confronti di questi composti azotati è nettamente superata. Ciò significa che molti ecosistemi non riescono a sopportare questi carichi senza modificarsi.
Bilancio nazionale dell'azoto (bilancio OSPAR)
Il saldo del bilancio corrisponde alle perdite. Dal 1990 il primario perde circa due terzi dei propri input, seppur con una tendenza lievemente in calo.
Dal 2000 sono cambiati diversi input: ad esempio sono stati importati sempre più alimenti per animali a fronte di un impiego di concimi minerali in costante calo. Nel complesso gli input sono leggermente aumentati.
Per quanto concerne gli output, i prodotti animali, in particolare i polli da ingrasso, hanno segnato nello stesso periodo un aumento maggiore rispetto ai prodotti vegetali per il consumo umano. Nel complesso i quantitativi di azoto nei prodotti agricoli sono nettamente aumentati sebbene siano rimasti pressoché invariati quelli immessi nel sistema.
Misure per la riduzione dell’inquinamento da azoto
Il Consiglio federale dispone di una serie di strumenti e misure per ridurre le perdite di azoto provenienti dall’agricoltura. Questi comprendono la prova che le esigenze ecologiche sono rispettate, come per esempio un bilancio equilibrato delle sostanze nutritive oppure la limitazione delle emissioni di ammoniaca. Inoltre, la Confederazione versa contributi per ridurre le perdite di azoto, come per esempio campicoltura e orticoltura efficienti dal punto di vista dell’azoto, limitazione dell’apporto di proteine grezze nell’allevamento di suini oppure maggiore durata di utilizzo delle vacche. Infine, entro il 2030 si punta a ridurre del 20 per cento le perdite di azoto nell’ambiente rispetto al 2014/2016. Maggiori informazioni sullo schema di riduzione delle perdite di sostanze nutritive e sulle misure federali sulla riduzione delle sostanze nutritive sono disponibili sulla pagina riepilogativa «Sostanze nutritive».
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